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Frances – Nuova Zelanda

Una decisione lungimirante

L’uso autologo di cellule staminali nel trattamento di tumori maligni, come supporto dopo la chemioterapia, per la rigenerazione dei tessuti, è una tecnica che sta assumendo un’importanza sempre maggiore. I casi sono in tutto il mondo.

Bambina di quattro anni con un tumore cerebrale maligno, il medulloblastoma al quarto stadio, quello terminale. Una prognosi molto severa. I medici suggerirono ai genitori di riportare il bimbo a casa, in modo da poter passare gli ultimi giorni vicino alla sua famiglia. ‘’Non potevamo smettere di combattere. Dovevamo fare tutto ciò che era in nostro potere’’, ricorda sua madre Janine.

Frances fu salvata da un’ assicurazione – il suo stesso sangue cordonale. All’epoca non era una pratica molto diffusa, ma i suoi genitori fecero comunque questa scelta. Nel 2002 era stato un gesto molto innovativo. ‘’Non avremmo mai immaginato di doverlo utilizzare’’ confessa Janine.

Dopo un’operazione di più di otto ore, durante la quale fu esportato il tumore, e sei cicli di chemioterapia, Frances fu sottoposta all’autotrapianto delle cellule del suo sangue cordonale. Un paio di giorni più tardi le sue guance ripresero colore e lei riprese a sorridere. Tre settimane dopo fu in grado di lasciare l’ospedale. ‘’Potrebbe essere paragonata ad una pianta che non viene annaffiata. Quando le viene data dell’acqua inizia subito a prendere vita davanti ai nostri occhi’’ racconta Kristina, un’amica dei genitori. La famiglia dovette aspettare tre anni prima di avere la certezza che il tumore non sarebbe tornato. E solo dopo questo periodo di tempo ha deciso di condividere la sua storia. Janin ha scritto un libro dal titolo ‘’Salvare Frances – Sconfiggere il cancro con il sangue del cordone ombelicale’’, nel quale sottolinea l’importanza di conservare il sangue cordonale e spiega perché è cosi convinta che senza questo gesto avrebbe perso la sua bambina. Scrive tutto nel dettaglio, raccontando la storia dai primi sintomi fino alla fine di questo incubo.

Un messaggio per tutti I genitori: ‘’All’inizio pensavamo che Frances avesse solo un’infezione. Si stancava molto facilmente e la sera voleva andare a dormire senza che nessuno glielo dicesse. Poi iniziò a sentire dolore alle gambe, a vomitare e ad avere diarrea’’, ci racconta Kristina riguardo i primi sintomi della malattia. Frances è una dei soli quattro bambini ad essere guariti da un medulloblastoma al quarto stadio e la prima bambina in Nuova Zelanda ad essere trattata con il sangue del suo cordone ombelicale. ‘’Oggi sto bene, e ho tantissimi amici’’, sorride Frances. E’ difficile immaginare che solo tre anni fa fosse in pericolo di vita. Sua madre ha deciso di scrivere questo libro non solo per diffondere l’informazione su questo tema, ma anche per contrastare tutte le opinioni negative riguardo la conservazione del sangue del cordone. Il suo messaggio è chiaro:  il sangue cordonale ha salvato la vita di mia figlia. Questo è più che sufficiente.

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