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Nuove strade per l’utilizzo del sangue cordonale su pazienti adulti

L’assicurazione di una vita “in salute” inizia con la conservazione – o bancaggio – delle cellule staminali del sangue cordonale del proprio bambino. Questa opportunità, che si verifica solo al momento del parto, può cambiare il futuro corso degli eventi, o anche salvare la vita.
L’uso, nei trapianti, delle cellule staminali prelevate dal sangue cordonale ha diversi vantaggi rispetto a al prelievo dal midollo osseo o dal sangue periferico, tra cui la semplicità del prelievo, nessun rischio per la mamma o per il neonato, l’immediata reperibilità, un basso rischio di trasmissione di infezioni, un rischio relativamente basso di rigetto.
Gli studiosi di un noto centro oncologico (Anderson Cancer Center) descrivono, sulla rivista medica ‘’New England Journal of medicine’’ (dicembre 2012), un trial clinico nel quale hanno valutato la possibilità di usare le cellule staminali cordonali per rigenerare le componenti del sangue in pazienti con un sistema immunitario compromesso da chemioterapia o radioterapia per il trattamento di leucemie, linfomi o altri tumori del sangue.
Oltre al rapido attecchimento dei neutrofili e delle piastrine, ‘’anche la qualità di queste cellule risulta la più alta mai vista’’ spiega il primo autore, Marcos de Lima, che ha condotto lo studio presso la facoltà dell’Anderson ed ora è professore di medicina presso la Case Western Reserve University School di medicina, a Cleveland.
La professoressa esperta di trapianti di cellule staminali e terapie cellulari e direttrice della Banca del sangue cordonale, Elizabeth Shpall, sostiene che l’espansione del sangue cordonale e le cellule staminali mesenchimali ‘’potranno diventare una terapia standard se i nostri risultati verranno confermati dai trial clinici che stiamo eseguendo’’. Questo perché il compito di assicurare alle famiglie un futuro di salute non termina con la conservazione del sangue cordonale. Conservare anche il tessuto del cordone e quindi le cellule staminali mesenchimali, può dare ai futuri genitori una possibilità in più.
Per maggiori informazioni riguardo questo studio: http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1207285

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